29 Nov
29Nov

Nuova delusione per la Juventus di Andrea Pirloche non va oltre l’1-1 contro il Benevento. Eppure l’inizio di partita dei bianconeri non era stato affatto male, con un discreto palleggio e una buona mobilità dei calciatori in fase offensiva, i quali spesso scambiandosi le posizioni cercavano spazio provando a creare scompiglio nella retroguardia di casa. Inoltre la squadra era riuscita a mantenersi alta, costringendo i Sanniti a spazzare in avanti palloni sempre preda dei centrali della Juve. Tutto questo fino pochi minuti dal termine della prima frazione.

Arthur ha iniziato la partita con alcune verticalizzazioni interessanti tra le linee, ma le due uscite sanguinose a fine primo tempo sono costate il pareggio del Benevento, dopo la grande occasione concessa a Schiattarella. Negli ultimi minuti della prima frazione la Juventus è sembrato avesse staccato la spina, rimanendo passiva, superficiale e disattenta in entrambe le fasi. Nel secondo tempo la Juventus non riattacca la spina e la formazione è disordinata, mal disposta in campo. I centrocampisti sono quasi sempre in ritardo nelle transizioni difensive, concedendo al Benevento praterie in ripartenza.

Il possesso palla diventa sterile e orizzontale, i cambi non incidono ancora una volta, e la Juventus sembra sempre troppo passiva, poco aggressiva sulle seconde palle, subendo troppo da avversari sulla carta nettamente inferiori. Il Benevento si è ben chiuso in difesa impedendo alla Juventus di sfondare centralmente, la quale ha avuto difficoltà ad andare sugli esterni e trovare l’1 vs 1. Quando è arrivato, sono nate le occasioni migliori della partita. L’assenza di un’altra punta oltre a Morata ha spesso creato vuoti all’interno dell’area, soprattutto quando era lo spagnolo a dettare il passaggio effettuando movimenti a venire in contro o allargandosi portando via l’uomo. In generale la Juventus è sembrata una squadra spenta, superficiale, priva di attenzione, con una miriade di errori tecnici anche banali effettuati dai calciatori di più alta qualità della squadra, esempi perfetti Cuadrado e Dybala. Oltre ad aggiustamenti di livello tattico, sembra che Pirlo debba intervenire profondamente sulla testa dei calciatori, i quali troppo spesso appaiono mentalmente fuori dalla gara.

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